Ansia, necessità di sapere che è tutto a posto, apprensione costante, tensione fisica ed emotiva… Tutto questo si racchiude in un termine: mania del controllo.
Le persone che ne soffrono vivono in uno stato di preoccupazione continua, che diventa sofferenza quando investe la totalità delle proprie attività quotidiane. Ma come si presenta?
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Spesso si pensa che la mania del controllo non ci riguardi affatto, ma esistono dei pensieri e degli atteggiamenti standard, segnali proprio della necessità di controllare ogni aspetto della quotidianità.
Tutto ciò ti fa sentire bene, vero? Attenzione: è una gabbia che genera sollievo momentaneo, ma crea un’enorme sofferenza e dipendenza.
Esistono dei momenti specifici o delle situazioni che ci portano a esercitare il controllo, costruendoci quella gabbia da cui poi è davvero difficile uscire. Ma quali sono e come lo innescano?
Il controllo è una reazione tipica della paura che si prova con la perdita della padronanza nelle situazioni. Molte persone si sentono spaventate e ansiose all’idea di non poter controllare tutto, al pensiero che le cose non vadano secondo le loro aspettative e che possa accadere qualcosa di imprevisto.
Ma, anche se si ha la consapevolezza che non è possibile controllare la realtà e gli altri, si pensa di non poter fare a meno di gestire ogni situazione. Inoltre il controllo genera sempre nuova ansia in un loop senza fine.
Posso affermare, per esperienza personale e dopo anni di crescita personale individuale e di gruppo, che le persone con la mania del controllo si trovano a vivere disagi interiori da trasformare in qualcosa di positivo e potenziante, perché il nodo è spesso:
Si tratta di difficoltà spesso associate alle prime relazioni con le figure genitoriali. Queste persone spesso crescono in famiglie con un modello educativo rigido e critico o in famiglie caotiche in cui le situazioni sono imprevedibili. Anche se la letteratura cerca di dare spiegazioni al bisogno di controllo, ognuno di noi ha la sua storia personale e le sue modalità di esercitare il controllo sulla realtà.
Anch’io, come tante altre donne al mondo, ho sentito a lungo la necessità di esercitare il mio controllo, in modo quasi ossessivo.
Mi alzavo la mattina con dei rituali domestici e, se non li facevo, stavo male ed ero irrequieta tutta la giornata, come se non avessi portato a termine un obbligo. Sì, proprio così!
Ero ossessionata dalla pulizia di casa e continuavo a pulire sul pulito. Mi rendevo conto di peggiorare di giorno in giorno perché non avevo più interessi e non uscivo più di casa per questa mia dipendenza.
Con la nascita della prima figlia pensavo che tutto si sarebbe risolto, invece no. Sentivo un’oppressione al petto quando mi rifiutavo di eseguire i miei rituali, perché psicologicamente pesanti in quel momento. Quindi la mia giornata era faticosa fisicamente e mentalmente, sempre con una buona base di malumore.
Quando poi è arrivato il secondo figlio, mi sono resa conto di non avere più il tempo per compiere quei riti quotidiani e ho cominciato a sentire il dolore al petto, un dolore che il medico di famiglia aveva scambiato per mal di stomaco, ma io stavo male e piangevo senza sapere il motivo.
Ricordo quegli anni con compassione, perché rifiutavo di ascoltare le mie emozioni. Oggi le ascolto, ho dato voce alla mia anima e al suo malessere… mi sento libera di esprimermi!
Il bisogno di controllo può essere letto come un modo per prevenire ed eliminare la sofferenza. Lo scopo è quello di annullare il rischio di stare male e raggiungere una condizione di “sicurezza”. Ma il dolore fa parte della vita umana e la garanzia di avere tutto sotto controllo è un mito irraggiungibile. Per questo il controllo, anche se può offrire certezze apparenti, ci ingabbia in una serie di regole e schemi estremamente stressanti.
Il controllo prosciuga e consuma le energie e lascia solo un tarlo nella mente, senza eliminare alcuna incertezza. La vita della persona resta imprigionata dentro una gabbia e la leggerezza e la piacevolezza delle altre attività svaniscono.
Un percorso con me può aiutarti a comprendere il motivo per cui è presente l’esigenza di controllare tutto e scoprirne le cause, aiutando ad aprire le porte di quella gabbia per entrare in contatto con le proprie emozioni più profonde.
La libertà di esprimermi e il permesso che mi sono data di ascoltare la mia anima mi hanno portata a diventare Coach: ho scoperto così di avere un talento nell’aiutare gli altri e ne ho fatto un lavoro.
Non rimanere in questa gabbia a sprecare tempo ed energia per cose che non ti danno serenità, perché oggi è la pulizia di casa, domani sarà il controllo ossessivo sui figli, poi la gelosia morbosa verso il tuo partner e poi… e poi…
Ho creato dei percorsi di ascolto delle proprie emozioni, il mio cavallo di battaglia è il metodo Sentiti Libera, per trovare la chiave giusta per sentirsi libera di esprimersi, e le manie di controllo saranno un ricordo lontano. Cambia con me modo di pensare e di agire, il tuo “mindset”, e rimpiangerai di non averlo fatto prima.