IL MIO PESO PIÙ GRANDE? IL GIUDIZIO DEGLI ALTRI!

Spesso non ce ne rendiamo conto, ma il giudizio degli altri, o l’idea che possiamo essere giudicati, influisce notevolmente sulle nostre vite.
Io, per esempio, mi sentivo bloccata, sempre inadeguata, inferiore, insicura, fuori dalla norma… ma poi, chi sa dire cos’è la normalità?
Ho voluto ritrovare la mia unicità, perché la realtà è che ognuno è unico così com’è, con pregi e difetti, ma bisogna scrollarsi di dosso alcune etichette e smantellare le proprie credenze.
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Indice

Io e la mia insicurezza: “compagne” sin da bambina

Ho lavorato tanto per liberarmi del giudizio, fino ad arrivare a capire che la prima a giudicarmi ero io! Un retaggio che mi portavo da quando ero piccola: una bambina timida, introversa e perennemente con la paura di sbagliare.

I miei genitori mi volevano e mi vogliono bene tutt’ora, hanno sempre voluto il meglio per me e per mio fratello, ma riversavano su di noi quello che è mancato a loro, come non comprenderli?

Ma spesso si supera una linea sottile dove passano al figlio tutte le aspettative da soddisfare.

“Lara è la più brava a scuola”, “Lara ce la farà nella vita”, “Lara è l’orgoglio della famiglia”… e Lara?

Io mi sentivo sempre più inadeguata, perché l’asticella delle aspettative da soddisfare si alzava costantemente e non reggevo più quel peso sulle spalle che sentivo di dover portare avanti.

È successo anche a te che, a un certo punto, ti sei ritrovata senza poter decidere liberamente della tua esistenza, ma obbligata dal senso di responsabilità ad attuare determinati comportamenti per soddisfare le loro aspettative?

Dovevi essere perfetta, dire sempre di sì ed essere la migliore? Io non ce l’ho fatta!

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Il fardello del giudizio: una costruzione nella mia testa

Ogni giorno mi svegliavo come se dovessi combattere una guerra, ma contro chi?

Mi sembrava di avere una spada di Damocle sulla testa e sarebbe scesa se non fossi stata all’altezza della situazione. Spesso, invece, immaginavo un diavoletto sulla spalla, che parlava e mi faceva capire che non ce l’avrei fatta perché gli altri erano sempre migliori di me. Con il tempo ho capito che non esiste competizione, ma ognuno ha la sua unicità.

Ritrovare la propria unicità! Sì, ma… da dove iniziare?

Sono anni che il mio stile di vita è diverso e così i miei pensieri. Mi sento bene con me stessa e a 40 anni ho cambiato radicalmente la mia esistenza, ascoltando le mie necessità e silenziando il senso del giudizio.

Ringrazio quel giorno in cui ho dato attenzione al mio malessere fisico, con una visita iridologica da un naturopata, per rendermi conto che ero prigioniera di più credenze.

La credenza è un atteggiamento che ci viene tramandato e diamo per scontato che sia vero perché cresciamo con quel pensiero, basta pensare a quello che i tuoi genitori o nonni ti hanno tramandato.


Quali? Ecco alcuni esempi:

  • non puoi sbagliare perché gli altri ti giudicano;
  • devi essere perfetta per piacere agli altri;
  • non parlare dei tuoi problemi, chissà che idea si fanno le persone di te;
  • la donna vale meno di un uomo;
  • una donna deve avere necessariamente un uomo vicino;
  • la donna non può fare un lavoro che le piace ma deve accudire la famiglia;
  • la donna in menopausa non è più femminile;
  • la donna deve procreare altrimenti non è femmina;
  • è troppo tardi per cominciare qualcosa, sei troppo grande di età.
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Queste sono solo alcune delle credenze che, se non sono nostre e non le condividiamo con il pensiero, ci fanno star male e si incistano nel corpo o nella mente perché vogliono essere ascoltate e smantellate. Quindi comincia ad ascoltare il tuo disagio, il tuo malessere, perché lì dietro, nascosta, c’è un’emozione che ha bisogno di uscire.

È una presa di consapevolezza a farti fare il primo passo. Il senso del giudizio è un macigno, ma non dovrai portartelo dietro per sempre!

Cerca quello che ti fa sentire bene, viva e serena e ricorda che la prima a giudicarsi sei tu!

Come si elimina un giudizio radicato?

La prima domanda da farsi è se crediamo davvero a quel pensiero disturbante e che ci fa stare male. Se la risposta è no, dobbiamo smantellarlo, uno strato alla volta.

Quando mi sono trovata schiacciata dal senso del giudizio, ho capito di non avere alternative, se non rivolgermi a un professionista per andare in profondità. Da soli è un’impresa difficile e si rimanda sempre, pensando che tutto passerà come per magia. Oppure, ancora peggio, non si dà importanza a quel disagio, che cresce giorno per giorno invalidando il tuo futuro.

È facile dire a parole di non curarsi del giudizio degli altri e di non giudicare noi stessi per primi, ma come farlo davvero?

Quando ci si trova davanti al giudizio, ci sono due modi di reagire: c’è chi per paura scappa, e chi per paura attacca. Ma entrambe le modalità sono ben lontane dal sano distacco verso il giudizio degli altri che vorresti raggiungere.

In situazioni del genere, io non scappo, io non attacco… resto immobile.

Resto in ascolto, in osservazione di me e dell’altra persona, dei miei sentimenti e delle sue reazioni.

Il giudizio degli altri non parla affatto di me, non mi descrive, non mi sfiora nemmeno. Il giudizio degli altri parla di loro, invece, di come vedono il mondo e loro stessi.

Madre Teresa diceva: “Se giudichi le persone non avrai tempo per amarle”.

Giudicare o amare? Io scelgo di amare, senza alcun dubbio e tu?

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Come sono riuscita a eliminare il senso del giudizio

Tornando a parlare con la mia bambina interiore, ho cominciato a pacificare le emozioni che avevo represso. Ecco perché ti capisco quando non fai quel passo perché non ti senti sicura, pensi di non farcela, ti senti sempre giudicata, hai sempre la sensazione di non fare la cosa giusta.

Solo andando a pacificare l’emozione che sta dietro ai tuoi malesseri riuscirai a uscire da quel loop di incertezze che ti avvelenano e, nello stesso tempo, non ti danno il coraggio di cambiare e vivere serenamente.

Per questo tra i miei percorsi di coaching ho creato “Guarigione Emotiva”, per alleggerirti di quel fardello che ti opprime e che ti fa alzare la mattina senza entusiasmo. Comincerai a vedere chiaro il tuo futuro e i passi da fare, comincerai a respirare a pieni polmoni, aria pulita, con chi e dove vorrai, senza mal di stomaco, mal di testa o quell’oppressione al petto o sulle spalle.

Il

processo di focusing

in questo caso è fondamentale, ti farò dialogare con il tuo disagio e, credimi, non è magia.

Ritrova la tua unicità e fallo con me, fallo ora.

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